La collezione archeologica di Ossero
La storia di questa collezione prima della sua presentazione ufficiale, e lunga ed interessante. Essa racchiude più collezioni private che col tempo si unirono in una collezione unica e divennero Collezione archeologica di Osor (Ossero). La collezione consiste in frammenti di pietra collezionati dal vescovo di Osor (Ossero) Dinaricic nel XVIII secolo, collezione archeologica della famiglia Solis dall'inizio del XX secolo e collezione privata dell'arcivescovo di Osor (Ossero) Ivan Kvirin Bolmarcic che svolse un'attività di collezionista e ricercatore nel periodo dal 1868 al 1881 per cui viene considerato il fondatore di questa collezione. Per questa ragione, in occasione della ricorrenza del centenario della Collezione, nella Loggia è stato esposto il suo busto. La collezione di Bolmarcic divenne di proprietà del Comune di Osor (Ossero) nel 1889, lo stesso anno in cui venne presentata al pubblico.
"Credo" di Ossero
Il simbolo romano della fede, noto anche come "Credo", nasce nelle prime comunità cristiane di Roma come testo condensato che coloro che si preparavano a ricevere il battesimo (catecumeni) imparavano a memoria e recitavano pubblicamente per la prima volta prima del battesimo stesso. Fino alla fine del V secolo il testo non poteva essere scritto in quanto considerato un profondo segreto religioso. La testimonianza più antica conservata in pietra della fede cristiana, unica al mondo, è proprio il simbolo della fede di Ossero, il "Credo" di Ossero, risalente al periodo a cavallo tra il V e il VI secolo. Dall'antica lastra di pietra che nella prima cattedrale di S. Maria serviva da promemoria ai catecumeni, restano due frammenti di aspetto modesto, ma di grande importanza per la storia del primo cristianesimo.
Collezione di monete romane repubblicane
La collezione di monete romane repubblicane di Ossero ha avuto la sorte insolita e rara di essere ritrovata due volte. Fu scoperta casualmente per la prima volta nel 1899 da un anziano contadino di Ossero. Trovò circa 500 monete d'argento romane in un contenitore sepolto di metallo con coperchio. Tenne per sé la maggior parte delle monete e ne distribuì alcune ai suoi compaesani. Fortunatamente, 475 esemplari si salvarono per la scienza e furono analizzati da Francesco Salata, storico di Ossero, che pubblicò il ritrovamento in quello stesso anno. Nella collezione di Ossero entrarono le 212 monete più interessanti e preziose, mentre il resto venne venduto dal proprietario. Molto probabilmente il denaro venne sepolto durante il periodo tumultuoso delle conquiste belliche romane di queste aree nel I secolo a.C.. Durante la Seconda guerra mondiale gli abitanti di Ossero nascosero nuovamente il loro tesoro per motivi di sicurezza. Per decenni la collezione fu considerata perduta, finché nel 1971 il parroco di Ossero ricevette una lettera dall'Italia in cui veniva rivelato il luogo in cui era stata nascosta. Il tesoro di Ossero tornò così a far parte della Collezione archeologica di Ossero.
Ritratto di Ottaviano
Uno dei tre ritratti imperiali conservati nella Collezione archeologica di Ossero raffigura Ottaviano, il primo imperatore romano, e risale a prima del 27 a.C., anno in cui venne proclamato Augusto. Si tratta di un ritratto nato in occasione di una grande impresa, dal momento che fu realizzato in seguito alla famosa battaglia navale di Anzio del 31 a.C., quando Ottaviano sconfisse Marco Antonio e Cleopatra, ed è uno dei rari ritratti di Ottaviano capite velato conservati. È considerata la prima rappresentazione di un sovrano romano ed è una delle prime sculture romane mai rinvenute sulla costa orientale dell'Adriatico.
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