Ogni nave lussignana salpata dal porto, prima di iniziare il suo lungo viaggio, era solita attraccare in una delle più belle insenature di Lussino. Si tratta di cala Čikat (Cigale), nei pressi della chiesetta dell’Annunziata, dove l’intero equipaggio scendeva a terra per unirsi alle famiglie, con cui recitare il rosario prima dell’addio.
L’”ADDIO” è una scultura che simboleggia la tradizione, l’amore e la fedeltà. Alta 178 centimetri, questa statua in bronzo s’erge proprio sul punto esatto in cui, per anni nel passato le mogli lussignane erano solite accommiatarsi dai loro mariti. La scultrice s’è ispirata a Marija Stuparić, moglie del capitano Aldebrando Petrina, ritratta nell’atto di salutarlo mentre la sua nave in lontananza prendeva il mare. “Addio, mio amato!” sospirava al vento, salutando con un fazzoletto bianco il veliero che svaniva all’orizzonte. Poi ritornava nella chiesetta dell’Annunziata, per invocare ancora una volta la grazia di vederlo ritornare sano e salvo. Le iniziali M.S. ricamate sul fazzoletto appartengono proprio a questa donna gentile e schiva, moglie del celebre capitano di lungo corso Aldebrando Petrina, originario di Lussingrande. In trentadue anni di vita matrimoniale, essi trascorsero insieme, nella loro casa di Lussino, soltanto tredici mesi. Le donne dei marinai dovevano essere forti di spirito, tenaci e pazienti, e pronte a tutto.
La scultura è un’interpretazione artistica della donna in costume, che stratificandosi svanisce nello spazio, come “portata via dal vento”. L’idea scaturisce dal simbolo della tradizione che rischia di cadere nell’oblio, e cerca di “trattenere” il tempo che vola via e di rinverdire il senso di appartenenza alla terra d’origine. La scultura “Addio” simboleggia anche l’amore e la fedeltà.
Autrice dell’“Addio” è la scultrice accademica Zvonimira Obad.
È stata anche ideata una rappresentazione scenica che si ispira alle vicende del passato. Intitolata “Saluti al capitano”, si tiene ogni settembre nell’ambito del festival LOSINAVA.